I 5 motivi per cui dovresti fare Storytelling d’impresa

Conoscere ed analizzare quali sono gli effetti generati dallo Storytelling aziendale, per potenziarlo ancora di più.

Ci sono profili social che vi colpiscono perché oltre alla foto c’è quella didascalia da cui non riuscite a staccarvi e che leggete tutto d’un fiato. Altre caption, che nonostante l’impegno nello scrivere qualcosa di personale e profondo, vi fanno andare oltre senza lasciare neanche un commento. La differenza tra una foto ed un’altra si chiama, a pelle, emozione, empatia. Tecnicamente si chiama “uso di tecniche narrative”. Chiaramente lo stesso discorso vale per le fotografie, foto che raccontano qualcosa, vi seducono di più di immagini più spettacolari.

Ci sono profili che raccontano le solite, vecchie cose, comuni a tutti, ma in una forma che ti fa dire “ecco, è proprio così! L’ha espressa proprio nella maniera in cui la penso io! Ecco, ora ho capito, che bello, finalmente qualcuno che racconta sensazioni anche della mia vita.” E’ lo stupore di ritrovarsi nelle parole di un altro, ciò che ci fa rimanere incollati a leggere o guardare fino alla fine. A volte succede per storie che vorremmo vivere, e proprio per questo, a loro modo, stanno parlando di noi.

 

Prima della tecnica narrativa o di tutti i segreti e gli studi per affinarla, bisogna però trovare la motivazione che ci spinge a raccontarci.
Bisogna trovare il proprio perché. Perché volersi raccontare? A quale scopo?

 


Dopo di ché, ci sarà il tempo per rispondere ai vari “cosa mi serve?”, ” quali risultati otterrò?” ecc., ma come prima cosa bisogna trovare il proprio perché. Dobbiamo trovarlo noi, digital agency, quando ci chiedono di raccontare una storia e deve trovarlo qualsiasi aspirante influencer che sta puntando a far decollare il proprio personal branding. Solo una volta che capiamo qual è la spinta che ci spinge a raccontarci, solo lì, riusciremo ad essere autentici ed il nostro racconto sarà coinvolgente. In quel momento, il nostro lettore diventerà davvero il nostro lettore e desidererà ancora un’altra parte di racconto.

Quando incontriamo un brand e rivolgiamo questa domanda, c’è sempre una risposta esplicita o tra le righe che urla: ” Questa è la mia storia e per me è importante.” E noi siamo lì in quel momento per renderla interessante. Lo storytelling fa esattamente questo: prende delle storie, che spesso non sono niente di speciale, e le trasforma in qualcosa di interessante da ascoltare. Dare linfa vitale a percorsi aziendali non originali, far splendere giornate ordinarie di mamme blogger, è il perché decidiamo di ricorrere allo storytelling.

I 5 perché dello Storytelling d’impresa

 

1. Essere compresi e ricordati:

Farsi conoscere, spiegando i perché del brand, è il primo passo per avvicinare il lettore o un lead. Un racconto genera uno scambio di esperienze di vita ed esistenziali che sono importantissime. In particolare un racconto dovrebbe raccontare le ragioni dell’esistenza di un brand. Chi conosce Simon Synek, conosce anche la sua massima: “Le persone non comprano ciò che fai, comprano il perché lo fai.” E queste ragioni devono essere raccontate per essere comprese e poi condivise.
Prendendo un esempio famoso: lo stile comunicativo di Apple, già agli inizi, era orientato a mettere al primo posto le motivazioni su cui si basava il suo brand: “Crediamo nelle sfide e seguiamo strade alternative (Perché lo facciamo) puntando sempre sulla semplicità e l’intuizione (come lo facciamo) e per questo progettiamo computer all’avanguardia (cosa facciamo).”

 


Da qui in poi, serve il passo successivo per creare un legame con il lettore, o meglio, una risonanza emotiva; ossia, legare ai fatti raccontati delle emozioni, in modo che siano ricordati. Esattamente come facciamo per gli animali, per cui diamo rinforzi positivi o negativi per insegnargli (e ricordargli) che non devono salire sul tavoli, noi leghiamo dei concetti a delle emozioni ed in questo modo il racconto viene ricordato.
Quindi uno storytelling senza emozione è asettico e perciò anche inutile.

2. Lavorare sull’identità e sul posizionamento:

Quando un personal branding non è ancora un personal branding o quando una pizzeria è solo un’altra ennesima pizzeria su strada, bisogna lavorare sull’identità. Raccontare qualcosa significa generare un mondo, fatto di persone, di azioni e di cose, che andranno a creare un ordine che darà forma a voi stessi. Una forma precisa che apparterrà soltanto a voi e sarà specifica per i vostri clienti. L’identità è ciò che guida il desiderio di voler far parte di qualcosa, che sia una visione aziendale o la spinta all’acquisto di un prodotto.

3. Generare relazioni:

Ogni volta che raccontiamo qualcosa ci esponiamo e siamo disposti ad entrare in relazione con gli altri. E nonostante pensiamo che il racconto sia un monologo o una relazione che si sviluppa ad una voce, ci accorgiamo presto che è totalmente il contrario. Il corporate storytelling o il semplice racconto di noi stessi diventa potente proprio quando gli altri se ne appropriano e ce lo restituiscono arricchito con qualcos’altro. Ed il vantaggio è che non solo abbiamo coinvolto qualcuno con il nostro brand, ma addirittura riusciamo a guadagnare un nuovo punto di vista sulla nostra realtà, da trattare successivamente. Se approfondite la vostra audience ed imparate a conoscere i vostri lettori, potrete così riuscire a sapere anche qualcosa in più del vostro pubblico.


4. Creare valore con il capitale narrativo:

Se vi chiedo, qual è la storia del brand che più ha generato valore in termini economici, cosa rispondete?
Scommetto che in molti hanno risposto Apple. Tutti sanno a grandi linee la storia dell’azienda, del garage in cui è nata e dei momenti più bizzarri e significativi del volto che ha rappresentato e rappresenta tuttora il brand, Steve Jobs. Forse quella era una storia interessante già di suo, ma è stata raccontata in maniera da coinvolgere tutto il pianeta, in modo da far sposare il “dogma Jobs” ovunque, da clienti e da potenziali collaboratori. C’è un così alto coinvolgimento per Apple e per ciò che rappresenta, che tutti vogliono avere almeno un pezzetto di cosa incarna il brand. Con l’universo simbolico raccontato nella sua storia, (che a tratti sembra leggenda), sono riusciti a creare uno status symbol. Ed è un tipo di capitale che si differenzia da quello puramente economico o sociale. Il capitale narrativo è un insieme di narrazioni identitarie che permettono di essere riconosciuti e acquistati. Non male direi.

Lo Storytelling d’impresa viene di solito utilizzato anche per attrarre collaboratori e fornitori. Il coinvolgimento chiaramente è bilaterale e colpisce sia il mercato di sbocco che il mercato di approvvigionamento delle risorse. In questo modo l’azienda avrà un bacino più ampio su cui effettuare la propria scelta e con probabilità di ricevere i CV dei più competenti del settore di riferimento.

5. Dare Senso:

In un’azienda, c’ è sempre la necessità di tenere bene ancorati i propri collaboratori e dipendenti, guidando la nave senza vacillare. Tutto ciò si ottiene con una cura costante del senso del progetto in cui siamo immersi. Capita che chi lavora con noi, sia talmente immerso nelle incombenze, nella quotidianità lavorativa, che inizi a perdere il senso per cui ha iniziato a collaborare con noi. A volte, allo stesso proprietario del brand possono capitare momenti di “smarrimento”. Lo storytelling serve anche a questo: a ricordarci perché lo stiamo facendo, a ripercorrere da dove siamo partiti, la nostra storia, gli ostacoli superati, le nostre vittorie. E anche per prevedere dove possiamo arrivare.


 

Quando avrai risposto al Perché del tuo Storytelling, racconta la tua storia nella maniera più sincera possibile.
Perché la verità, a differenza delle bugie che si inventano, è l’unica cosa che esiste.
Ed è anche l’unica cosa capace di coinvolgere il tuo pubblico nel lungo periodo.

 

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